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Le pietre magiche della strega

  • Immagine del redattore: Melismiria
    Melismiria
  • 5 mag 2019
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 8 mag 2019


Le pietre magiche di strega,sono delle pietre bucate naturalmente che troviamo in natura, non sono assolutamente facili da trovare e spesso capita di trascorrere anche anni senza trovarne una. Le pietre di strega sono cariche di energia e di protezione,hanno una storia alle spalle antichissima e tante civiltà e culture hanno dedicato la loro attenzione supponendo che siano delle pietre donate proprio dalla Dea madre in segno di protezione.

 Qualora camminando ne doveste trovare una,sappiate che siete realmente ben voluti dal mondo magico. Vediamo insieme il significato e le diverse interpretazioni della pietra di Strega nei diversi culti. Sin dai tempi più antichi, le pietre naturalmente forate sono state considerate dotate di poteri magici. Questa tradizione, risalente alla preistoria, è rimasta particolarmente viva tra le streghe di campagna britanniche. Queste pietre portano il nome di Pietre di Odino o di Pietre della Strega (Hag Stones). Questo tipo di pietra è spesso presente nelle favole e nelle leggende, soprattutto a quelle legate alle fate. Infatti, uno dei suoi poteri è proprio quello di facilitare il contatto con questi spiritelli e di aiutare lo sviluppo della “vista” ossia la capacita di vedere le fate. Per fare questo bisogna soltanto vuotare la mente e guardare attraverso il buco… col tempo l’ occhio viaggerà oltre il regno umano e percepirà ciò che accade nel reame feerico. Questi ciottoli venivano raccolti dai fiumi, dai laghi e dai campi per le presunte virtù curative e protettive ma il potere delle pietre forate non era sfruttato solo dalle streghe, ma anche dalla gente comune come strumento della magia bianca: • Appesi con del filo rosso alla porta delle case o nelle stanze servivano a proteggere l’ abitazione e gli abitanti dai pericoli e dalla magia nera; • L’ acqua in cui erano immerse queste pietre, insieme a del sale, era considerata curativa. • Appesi con filo rosso su culle e letti allontanavano gli incubi e impedivano a streghe, fate ed elfi di rapire i bambini. • Si portavano indosso per protezione e fortuna, soprattutto nei viaggi. Vi è mai capitato di trovare lungo un sentiero o in riva al mare un sasso bucato? Le pietre forate, quelle naturali, non sono come ripeto certamente facili da trovare, eppure in riva ai laghi, sulle spiagge e lungo i torrenti di tanto in tanto qualcuna se ne trova,se durante una passeggiata vi dovesse capitare di vedere una strana pietra bucata da parte a parte, raccoglietela perché, almeno secondo le culture nordiche, è un dono per voi dalla natura (alcuni pensano dagli dei). Si crede, infatti, che queste pietre bucate naturalmente siano una sorta di talismano naturale che protegge dalle malattie, dagli spiriti maligni e che portino fortuna e prosperità. Ciò di cui sto per parlarvi non è una credenza superficiale di qualche popolo isolato, ma pare essere alla base di moltissime culture di tutto il mondo e l’origine è antichissima, forse addirittura risalente alla nascita dell’uomo. Come mio solito parto da lontano, ovvero dal simbolo del buco: praticamente in tutto il mondo questo simbolo antichissimo ricorre in culture diverse e lontane tra di loro; solitamente viene rappresentato come un cerchio con un foro al centro, una specie di disco forato. Non serve essere paleontologi o amanti dell’archeologia per ricordare reperti di questo tipo: basta una semplice visita ad un museo di storia naturale e in qualche modo ci renderemo conto che negli utensili e negli oggetti di culto questa figura, anche solamente disegnata, è davvero molto ricorrente. Avete presente l’acchiappasogni dei nativi americani? La forma è esattamente quella di un cerchio con un foro al centro. E alcune monete cinesi? Avete presente la conformazione di Stonehenge? Sapete perché la tavola rotonda di re Artù era fatta proprio così? Potrei andare avanti a lungo, ma il concetto è che quasi tutti i popoli, dal nord Europa agli aborigeni australiani, dagli egizi agli gli aztechi, avevano un culto per questo simbolo e quando lo trovavano in natura lo veneravano al pari degli dei. Per quanto riguarda la nostra Europa potremmo far risalire il culto ai Celti, per i quali questo simbolo era noto con il nome di “Shahqt-mar”: per loro era il Cerchio Sacro al cui interno avveniva l’evoluzione spirituale umana e che portava alla trasformazione da materia a spirito, in perfetta armonia con l’universo. Ok, vengo alle nostre pietre bucate. Le pietre forate in maniera naturale sono tali per effetto dell’acqua, dell’aria, a volte degli animali, che scavano nella pietra (l’elemento terra) finché in uno o più punti in essa si apre un passaggio, un buco, forgiando quelle che oggi vengono chiamate “pietre delle streghe”. Questi ciottoli, che possono avere uno o più fori naturali, fin dai tempi antichi sono considerati dotati di poteri magici: come ho già scritto, si attribuivano loro capacità curative, di protezione dalle maledizioni, dalle streghe e dalle malattie; si diceva che potessero anche conciliare il sonno e scongiurare gli incubi, tant’è che ancora oggi in Norvegia e Svezia alcune famiglie sono solite appendere queste pietre sulle culle dei neonati o sulle pareti dei letti degli ammalati. Ma la capacità più sconvolgente delle pietre delle streghe sarebbe quella di aprire finestre attraverso le quali vedere il mondo degli spiriti invisibili. Secondo una leggenda, guardando attraverso il buco della pietra si sarebbe in grado vedere le creature del Piccolo Popolo (fate folletti, gnomi, ecc.) e di entrare in contatto con esse. Per questo motivo queste pietre sono spesso presenti nelle favole e nelle leggende nordiche, soprattutto in quelle legate alle fate. Solitamente queste pietre bucate sono dedicate alle divinità femminili: nelle civiltà pre-cristiane si svolgevano riti propiziatori in cui le donne dovevano attraversare dei buchi dentro grandi massi per favorire le nascite, la fertilità e per guarire dai malanni. In conclusione queste pietre erano e sono considerate magiche e benedette e la casualità della loro formazione e non fa che rendere queste pietre speciali anche agli occhi di chi in queste cose in ci crede. Concludo con una piccola curiosità e una leggenda. In realtà ad essere pignoli bisognerebbe chiamare questi ciottoli “pietre di Odino” perché del loro utilizzo ne parlarono per primi i popoli nordici. Erano soliti giustificare la loro esistenza con questa leggenda e prendo come fonte :Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere" «Kvasir, il più saggio dei figli degli Æsir (un gruppo di dei) era solito vagare sulla Terra per rispondere alle domande più difficili degli esseri umani. Un giorno giunse presso la casa di due malvagi nani, Fjalarr e Galarr, che venuti a conoscenza della sua natura semi-divina, con un tranello lo distrassero e lo uccisero, per poi raccogliere il suo sangue in un vaso: lo mescolarono con del miele e ottennero una bevanda, un magico idromele che faceva comporre versi di poesia meravigliosa a chiunque lo bevesse. (Questo è il motivo per cui gli antichi poeti islandesi definivano la loro arte “il sangue di Kvasir”.) I due fratelli però non si fermarono affatto dal compiere crimini e qualche tempo assassinarono il gigante Gillingr e sua moglie, anch’essi fermatisi per la notte a casa loro. Il gigante Suttungr, figlio della coppia, venne per vendicarsi della morte dei genitori; li catturò e li portò in mezzo al mare su una scogliera che sarebbe stata sommersa non appena fosse giunta l’alta marea. I due nani, pur di avere salva la vita, offrirono al gigante tutto il loro prezioso idromele; per loro fortuna Suttungr era geloso di idromele e accettò lo scambio, ma per proteggere la bevanda la mise in una caverna dove mise a guardia sua figlia Gunnlöð. Ma gli dei desideravano riportare ad Asgard quello che rimaneva del loro figlio e così chiesero ad Odino quell’idromele in cui era stato disciolto il suo sangue. Odino assunse le sembianze umane e si avvicinò ad un campo del fratello di Suttungr, Baugi, dove stavano lavorando nove suoi servitori: a costoro propose di affilare i falcetti, e questi acconsentirono. Odino affilò con tale maestria le roncole che i contadini gli proposero di comprargli quella cote. Egli accettò, e lanciò in aria la pietra: i servitori, desiderosi di averla, si sbracciarono per prenderla e con i falcetti si uccisero a vicenda. Baugi era così rimasto senza uomini e Odino si propose per fare il lavoro di tutti e nove in cambio di un sorso dell’idromele: Baugi accettò, ma Suttung rifiutò di dargli anche un solo assaggio della sua bevanda. Odino allora si trasformò in un verme, entrò nella caverna dove Gunnlöð custodiva la bevanda, la sedusse e la convinse a dargli il permesso di bere tre sorsi. Il dio però trasse dei sorsi così grandi che non lasciò nulla nel recipiente e così, trasformato in un’aquila, volò via per portare ad Asgard tutto l’idromele. Per penetrare nella caverna Odino dovette scavare nella pietra in forma di verme e proprio così diede origine alle pietre forate naturali che portano il suo nome.»

Le pietre di strega in breve,hanno un potere grandioso,chiunque ne prenda una la conservi gelosamente.


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